Sole e vento corrono più veloci dell’atomo

Sole e vento corrono più veloci dell’atomo


Secondo il World Nuclear Industry Status Report 2025, nel 2024 gli impianti eolici e fotovoltaici hanno prodotto oltre il 70% di elettricità in più rispetto alle centrali nucleari, segnando un nuovo sorpasso nel panorama energetico globale.


Una rinascita solo apparente

Nonostante i proclami di alcuni governi e settori industriali, la cosiddetta “ripresa del nucleare” si presenta più come un fenomeno circoscritto che come una tendenza mondiale. Le principali spinte arrivano da Paesi con forti interessi militari o strategie autoritarie, come Cina e Russia, oltre che da Stati storicamente legati all’atomo – ad esempio la Francia – e da forze politiche conservatrici o industrialiste.

A mostrarlo chiaramente è il rapporto WNISR 2025, presentato a Roma durante un evento organizzato da Kyoto Club e varie fondazioni europee.


Rinnovabili in crescita esponenziale

Da vent’anni gli investimenti globali nelle energie rinnovabili superano di gran lunga quelli nel nucleare, rimasti pressoché stabili. Nel 2024, il capitale destinato al solare e all’eolico è stato 21 volte superiore a quello per il nucleare. Solo il fotovoltaico ha visto un incremento del 22% rispetto al 2023, con un’espansione della capacità di 452 GW per il solare e 113 GW per l’eolico, secondo l’Energy Institute.

Il sorpasso di sole e vento sul nucleare, avvenuto per la prima volta nel 2021, si è consolidato nel 2024: la produzione combinata delle rinnovabili ha superato quella atomica del 70%. Nel frattempo, la quota del carbone è scesa dal 41% del 2007 al 34% nel 2024, mentre le rinnovabili (incluso l’idroelettrico) sono passate dal 19,4% al 31,6% in poco più di un decennio. Il contributo del nucleare, invece, è sceso dal 13% al 9%.


Un nucleare in affanno

A metà 2025 risultavano attive centrali nucleari in 31 Paesi, uno in meno rispetto all’anno precedente dopo la chiusura dell’ultimo reattore di Taiwan. In totale, 408 reattori operativi: lo stesso numero del 2024 ma 30 in meno rispetto al 2002.

I cantieri per nuovi impianti sono in corso in 11 Stati, con 63 progetti complessivi, ma la maggior parte presenta ritardi significativi.


Il dominio di Cina e Russia

La Cina guida la classifica con 32 reattori in costruzione, mentre la Russia mantiene la leadership internazionale con 27 progetti, di cui 20 all’estero. Dal 2020, le società statali di questi due Paesi sono responsabili di 44 dei 45 nuovi cantieri nucleari avviati nel mondo.

Il rapporto evidenzia che il 95% dei progetti in corso è concentrato in Stati dotati di armi nucleari o in Paesi dove operano imprese controllate da governi con arsenali atomici.

La produzione globale di energia nucleare è cresciuta nel 2024 del 2,9%, raggiungendo 2.677 TWh, ma resta sostanzialmente stagnante al di fuori della Cina, dove si registra un calo del 14% rispetto ai livelli del 2006.

Gli Small Modular Reactor restano una promessa

Nonostante l’interesse politico per i cosiddetti reattori modulari di piccole dimensioni (SMR), considerati la “nuova frontiera” del nucleare, i risultati concreti sono ancora scarsi.

Solo un progetto – NuScale negli Stati Uniti – ha ottenuto la certificazione, ma nessun reattore è in costruzione in Occidente. Le startup europee più note, Newcleo e Naarea, si trovano in gravi difficoltà finanziarie.

A livello mondiale, i fondi pubblici e privati destinati agli SMR ammontano a circa 15,4 miliardi di dollari, ma il numero elevato di progetti in fase embrionale lascia prevedere un’inevitabile selezione.


La spinta delle rinnovabili è inarrestabile

Il 2024 ha segnato un record nella crescita di solare, eolico e sistemi di accumulo, grazie al continuo calo dei costi. Gli investimenti nelle energie rinnovabili non idroelettriche hanno raggiunto 728 miliardi di dollari, contro appena un ventunesimo di tale cifra destinato al nucleare.

La nuova capacità combinata di solare ed eolico è aumentata di 565 GW, a fronte di soli 5,4 GW nucleari aggiuntivi.

In Cina, la produzione da fotovoltaico è salita del 44%, mentre quella nucleare è cresciuta solo del 3,7%. Negli Stati Uniti, il Texas ha raggiunto quasi 10 GW di batterie connesse alla rete – cifra che raddoppierà nel 2025 – e circa 80 GW complessivi di solare ed eolico, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.


Il peso del nucleare nel mondo

La quota del nucleare nella produzione globale di elettricità è ora al 9%, meno della metà rispetto al picco del 17,5% registrato nel 1996. Dal 2005 al 2024 si contano 104 nuove centrali ma anche 101 chiusure, con un saldo positivo solo in Cina.

Su 218 reattori dismessi, appena 23 sono stati completamente smantellati.


Un ruolo sempre più marginale

Per Mycle Schneider, coordinatore del rapporto, “la distanza tra percezione pubblica e realtà industriale è ormai evidente: mentre si annunciano nuovi piani e finanziamenti, il numero di Paesi con centrali attive o in costruzione continua a diminuire”.

Il nucleare, aggiunge, “ha perso peso nel mercato globale dell’energia, dominato ormai da solare, eolico e sistemi di accumulo”.

Secondo Gianni Silvestrini del Kyoto Club, nel 2024 le rinnovabili sono cresciute di 858 TWh, mentre il nucleare si è fermato a 69 TWh. A giugno 2025, la produzione solare ha superato quella nucleare del 20%.

Le prospettive al 2050 indicano che le rinnovabili continueranno ad espandersi rapidamente, mentre il nucleare resterà confinato a un ruolo marginale.


L’Italia e il dibattito sul ritorno all’atomo

Nonostante i dati globali, il governo italiano mantiene una posizione favorevole al rilancio dell’atomo.

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha dichiarato che l’Italia intende “riprendere la produzione di energia nucleare accanto alle rinnovabili, per garantire stabilità dei costi e autonomia strategica nazionale ed europea”.

Tuttavia, il contesto internazionale mostra chiaramente che sole e vento hanno già superato l’atomo nella corsa verso il futuro energetico.


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