Rinnovabili: nel 2024 il 91% dei nuovi impianti più conveniente delle fossili

Rinnovabili: nel 2024 il 91% dei nuovi impianti più conveniente delle fossili
Secondo l’ultimo rapporto di Irena, nel 2024 la quasi totalità dei nuovi impianti da fonti rinnovabili ha prodotto energia a costi inferiori rispetto alle opzioni fossili più economiche.
Il fotovoltaico ha registrato un prezzo medio del kWh inferiore del 41% rispetto alle fossili, mentre l’eolico onshore ha segnato un vantaggio del 53%. L’aggiunta di 582 GW di nuova capacità verde ha permesso di evitare consumi di combustibili fossili per circa 57 miliardi di dollari solo nel 2024, con un risparmio cumulato che sale a 467 miliardi di dollari grazie all’intera potenza Fer installata.
Quindici anni di calo dei costi
Dal 2010 al 2024 i costi di installazione degli impianti si sono drasticamente ridotti: il fotovoltaico è sceso a 691 $/kW, l’eolico a terra a 1.041 $/kW e l’offshore a 2.852 $/kW.
Oggi le rinnovabili più competitive sono l’eolico onshore, con un Lcoe medio di 0,034 $/kWh, seguito da fotovoltaico (0,043 $/kWh) e idroelettrico (0,057 $/kWh).
Le proiezioni Irena indicano ulteriori ribassi entro il 2026, con il fotovoltaico che potrebbe scendere sotto i 600 $/kW a livello mondiale e l’eolico a terra stabilizzarsi tra 850 e 1.000 $/kW.
Batterie e sistemi ibridi
Dal 2010 a oggi i costi dei sistemi di accumulo a batteria sono calati del 93%, arrivando nel 2024 a 192 $/kWh per gli impianti utility-scale.
Questo ha favorito lo sviluppo di soluzioni ibride (solare ed eolico integrati con storage), ormai vicine alla competitività con le centrali a gas.
Negli Stati Uniti, 17 progetti hanno registrato un Lcoe medio di 0,079 $/kWh, pari ai valori del ciclo combinato a gas (0,077 $/kWh) e già inferiori al carbone (0,119 $/kWh). In Australia, otto progetti simili hanno toccato un livello ancora più basso: 0,051 $/kWh.
Differenze regionali e criticità
Nonostante la tendenza positiva, tra il 2023 e il 2024 i costi sono aumentati leggermente (+0,6% per il fotovoltaico, +3% per l’eolico onshore e +4% per l’offshore), principalmente per l’aumento dei tassi di interesse e le difficoltà logistiche.
Le differenze geografiche restano marcate: in Europa e Nord America i costi sono più alti a causa di ritardi burocratici, difficoltà di connessione e alti prezzi per le componenti. Al contrario, in Cina e India il fotovoltaico è sceso a 0,033 e 0,038 $/kWh, mentre l’eolico onshore ha toccato valori record in Cina (0,029 $/kWh) e Brasile (0,030 $/kWh).
Capitale e infrastrutture di rete
Il costo del capitale resta determinante: in Europa il peso medio è stato del 3,8%, mentre in Africa è arrivato al 12%, limitando lo sviluppo nel Sud globale.
Secondo Irena, strumenti come i Power Purchase Agreement (PPA) e le tariffe garantite sono fondamentali per attirare investimenti e ridurre i rischi.
Un ulteriore ostacolo riguarda le infrastrutture: colli di bottiglia nelle reti elettriche, autorizzazioni lente e filiere locali costose stanno rallentando la realizzazione di nuovi impianti, soprattutto nei Paesi emergenti e nel G20, dove la domanda cresce velocemente.
Le parole di Guterres
Il direttore generale di Irena, Francesco La Camera, ha sottolineato che la competitività delle rinnovabili è già una realtà, anche se rischi geopolitici e tensioni nelle catene di fornitura potrebbero invertire la tendenza.
Al lancio del report, il segretario generale ONU António Guterres ha parlato di “inizio di una nuova era energetica”: i combustibili fossili sono in declino, mentre le rinnovabili stanno guidando l’economia.
Nel 2023 gli investimenti in energia pulita hanno toccato i 2.000 miliardi di dollari, superando di 800 miliardi quelli nelle fossili, con una crescita del 70% rispetto a dieci anni fa. Quasi tutta la nuova potenza installata a livello globale è stata rinnovabile, e il settore ha contribuito in maniera rilevante al Pil: +10% a livello mondiale, fino al 20% in Cina e a un terzo nell’Unione Europea.
Oggi il comparto dà lavoro a 35 milioni di persone, superando l’occupazione legata alle fossili.
Secondo Guterres, le rinnovabili offrono indipendenza e stabilità, mentre le fossili continuano a ricevere sussidi nove volte superiori, pur generando danni climatici enormi. “Chi resta legato alle fonti fossili non tutela la propria economia, ma la mette a rischio”, ha concluso.
Ufficio Comunicazione Studio Energy Verona
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