Energie rinnovabili, via libera agli impianti a basso impatto ambientale e paesaggistico

Energie rinnovabili, via libera agli impianti a basso impatto ambientale e paesaggistico
Il Governo ha approvato un decreto correttivo al Testo Unico Rinnovabili con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli burocratici che rallentano la realizzazione di progetti a energia pulita. Le novità riguardano soprattutto gli interventi che non comportano nuovo consumo di suolo, quelli a impatto ambientale nullo o ridotto, l’integrazione dei sistemi di accumulo e le operazioni di repowering sugli impianti già esistenti.
Il provvedimento, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri l’11 settembre, punta ad allineare la normativa italiana a quella europea e a sostenere gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Testo Unico Rinnovabili, entrato in vigore a fine 2024, aveva introdotto tre diversi regimi amministrativi per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili: attività libera, PAS (procedura abilitativa semplificata) e autorizzazione unica.
Grazie alla consultazione pubblica e alle osservazioni delle associazioni di settore, il Governo ha individuato alcune criticità che vengono ora superate con il decreto correttivo. Le modifiche nascono anche dall’esigenza di recepire le indicazioni contenute nella Direttiva europea RED III, che disciplina i principi e le procedure per il rilascio delle autorizzazioni.
Principali novità del decreto
Le nuove misure puntano a:
· velocizzare i tempi di autorizzazione per la realizzazione e l’esercizio degli impianti rinnovabili;
· definire in modo chiaro cosa si intende per “infrastrutture essenziali” e per “revisione della potenza” di un impianto esistente;
· rendere più lineari le procedure quando entrano in gioco vincoli paesaggistici o culturali;
· ridefinire le tempistiche per l’obbligo di ripristino delle aree a carico dei gestori;
· ridurre i tempi dell’“autorizzazione unica” con valore di VIA (valutazione di impatto ambientale), che per alcune tipologie di interventi passa da 120 a 40 giorni;
· istituire un punto di contatto unico a livello comunale per semplificare le pratiche.
Il decreto amplia inoltre i casi in cui è possibile operare in regime di “attività libera”, includendo gli interventi senza consumo di suolo e con impatto ambientale minimo. Viene resa più semplice anche la sostituzione o l’aggiornamento degli impianti già esistenti, evitando inutili duplicazioni burocratiche.
Meccanismi innovativi e semplificazioni
Un elemento innovativo è l’introduzione di strumenti per la risoluzione extragiudiziale delle controversie legate ai procedimenti autorizzativi. Questi meccanismi, gestiti da Acquirente Unico con il supporto di ARERA, saranno gratuiti per gli operatori e mirano a prevenire ritardi dovuti a contenziosi.
Il correttivo chiarisce inoltre che il principio dell’interesse pubblico prioritario nella diffusione delle rinnovabili non vale nelle cosiddette “aree idonee” o “zone di accelerazione”. In tali casi, la conformità agli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi locali viene considerata automaticamente acquisita.
Viene potenziata anche la piattaforma digitale SUER (Sportello Unico per le FER), per rendere ancora più immediati gli iter autorizzativi.
Le dichiarazioni dei Ministri
Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato che il correttivo è “un passaggio cruciale per dare maggiore impulso allo sviluppo delle rinnovabili e superare le barriere che ne hanno frenato la crescita”.
La Ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati ha rimarcato che l’intervento “riduce la burocrazia e accelera i processi, trasformando la transizione ecologica in un’occasione di sviluppo e competitività per l’Italia”.
Infine, il Ministro Paolo Zangrillo ha evidenziato come la riforma rappresenti “un passo avanti importante per alleggerire gli oneri amministrativi in un settore strategico come quello dell’energia verde”.
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