Dalla Corea del Sud arrivano gli alberi solari, per tutelare le foreste
Dalla Corea del Sud arrivano gli alberi solari, per tutelare le foreste
Dalla Corea del Sud arriva una nuova idea per produrre energia senza sacrificare i boschi: i cosiddetti alberi solari, strutture verticali pensate per generare elettricità riducendo quasi a zero il consumo di suolo. Un recente studio suggerisce che questa soluzione potrebbe rappresentare una valida alternativa agli impianti fotovoltaici tradizionali installati a terra, spesso responsabili della perdita di ampie superfici forestali.
La ricerca, pubblicata su Scientific Reports (Nature), è stata guidata da Dan-Bi Um del Korea Maritime Institute. Il gruppo di studiosi ha analizzato due configurazioni all’interno di una foresta costiera nella contea di Geoseong, nella provincia di Gangwon. Da una parte, un impianto costruito nel 2014 composto da oltre 4.300 pannelli da 230 watt distribuiti su quasi 23mila metri quadrati, che ha portato a un forte disboscamento. Dall’altra, una soluzione simulata basata su installazioni verticali alte circa 4,8 metri, con una larghezza di poco più di 4 metri, dotate di bracci capaci di ospitare 35 moduli ciascuna.
Secondo Um, i risultati sono sorprendenti: per ottenere 1 megawatt di potenza servono solo 87 “alberi” dotati di pannelli da 330 watt o 63 strutture equipaggiate con moduli da 450 watt. In questo modo si riesce a mantenere intatto fino al 99% del manto forestale, contro il misero 2% risparmiato dall’impianto orizzontale. Le configurazioni verticali, spiegano gli scienziati, permettono non solo di generare più energia a parità di superficie, ma anche di evitare la distruzione del bosco esistente.
Il tema non è secondario: tra il 2016 e il 2018 la Corea del Sud ha visto un’impennata nella deforestazione causata proprio dallo sviluppo del fotovoltaico, passando da circa 500 a oltre 2.400 ettari di alberi abbattuti. I “solar tree” sono pensati come risposta a questo problema. Sono strutture tecnologiche che richiamano nella forma degli alberi veri, con pannelli distribuiti come fossero rami e foglie. Posizionati a circa 20 metri di distanza uno dall’altro, combinano produzione energetica e mantenimento della biodiversità. La loro impostazione verticale permette ai pannelli di catturare la luce nella parte superiore e allo stesso tempo lascia filtrare abbastanza luminosità da non danneggiare la vegetazione del sottobosco.
Gli studiosi hanno valutato anche l’impatto visivo di queste installazioni, utilizzando immagini satellitari di Google Earth Pro e ricostruzioni in 3D. Nelle simulazioni, gli alberi solari sono posizionati lungo i margini dell’area forestale e vicino a un sentiero naturalistico, con un impatto estetico minimo e senza alterare in modo evidente la fisionomia del paesaggio.
Il team sottolinea che questa soluzione potrebbe essere particolarmente utile nei Paesi densamente popolati che devono aumentare la produzione di energia pulita senza compromettere i serbatoi naturali di carbonio. Lo studio si inserisce nel percorso tracciato dagli impegni internazionali come il Global Renewables Pledge della COP28 e la Dichiarazione di Glasgow sulle foreste, indicando un metodo pratico per ampliare il fotovoltaico senza danneggiare gli ecosistemi.
Gli alberi solari, spiegano i ricercatori, rappresentano una possibile risposta “due in uno”: più energia verde e, allo stesso tempo, difesa del patrimonio forestale in vista degli obiettivi globali fissati per il 2030.
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